Dove si mangia si è felici. La cucina non è un ambiente per haters
Pubblicato da Redazione il

Come ci si può aspettare, chi assegna un punteggio alto tende poi a lasciare un commento positivo, come in effetti si rileva guardando l’emergere di gruppi di aggettivi quali “fantastico”, “delizioso”, “saporito”, “favoloso”. Un clima positivo è poi espresso con i ringraziamenti rivolti agli autori delle ricette.
Secondo la saggezza popolare «se hai un problema, aggiungi olio», tuttavia gli agglomerati di parole con connotazione negativa si trova proprio “olioso”, accompagnato da “duro”, “gommoso”, “grasso”. Chi non ha gradito, racconta una delusione legata proprio alla caratteristica del cibo, fino ad arrivare a connotazioni fortemente negative con gli aggettivi “terribile”, “disgustoso”, “cattivo”, “orribile”. Ma avranno cucinato male loro? Saranno solo ad essere negati in cucina? Alcuni ci tengono a precisare di aver eseguito il procedimento alla lettera, altri invece propongono delle modifiche, dimostrando un atteggiamento più costruttivo. Nel peggiore dei casi l’utente insoddisfatto butta tutto.
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